Il trapianto resta ad oggi la migliore terapia per il paziente con grave insufficienza d’organo, ma questa strategia di cura è destinata ancora a salvare poche vite a causa della discrepanza tra risorse d’organo disponibili e domanda.
Il numero degli organi a disposizione è in aumento grazie al trapianto da donatore vivente, alle nuove tecniche chirurgiche come la divisione del fegato in due parti distinte, all’uso degli organi marginali.
Proprio l’organo marginale è al contempo una reale possibilità per accrescere il numero dei trapianti, ed anche un rischio maggiore di mancata riuscita dell’intervento.
L’organo marginale è infatti estremamente vulnerabile al danno che proviene da un ridotto apporto di ossigeno e solo minimizzando gli effetti avversi del danno ischemico si può avere il miglior risultato di sopravvivenza del nostro paziente. Tale risultato è perseguibile grazie a nuove ed avanzate tecniche di preservazione dell’organo.
Le macchine da perfusione impediscono un deterioramento degli organi marginali, migliorano la loro resa funzionale, permettono di recuperare organi altrimenti scartati, consentono una valutazione aggiuntiva della funzionalità dell’organo nella fase che precede il trapianto.
I dati disponibili in letteratura e quelli sviluppati dalla nostra esperienza incoraggiano l’uso delle macchine da perfusione come metodica ottimale di preservazione dell’organo nella fase pre-impianto degli organi più fragili.
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