Stati generali della rete trapiantologica: bene ma occorre fare ancora meglio.
Si è appena conclusa a Roma la consueta tre giorni della Rete Nazionale Trapianti. Oltre 400 addetti ai lavori si sono riuniti e, numeri alla mano, hanno presentato e discusso i dati di attività dell’anno che si è appena concluso.
Il 2023 è stato anno fantastico: 2.042 donazioni(+11,6%) e 4.462 trapianti pari a un incremento – rispetto al 2022 – del 15,1%, con un + 46% per i trapianti di cuore. Numeri di eccellenza che posizionano l’Italia seconda in Europa, dietro alla Spagna anche per il tasso nazionale di donazione. Se ci sono le ragioni per rallegrarsi, occorre non dimenticare però che oltre 8.000 pazienti vivono in lista d’attesa.
Il ministro Schillaci, intervenendo al convegno, ha sottolineato l’impegno a rendere sempre più efficiente la rete trapiantologica e a far crescere la cultura del dono. Su questo aspetto esistono marcate differenze regionali tra Nord e Sud.
Le prime tre Regioni nell’ipotetica classifica dei donatori sono l’Emilia-Romagna con 51,1 donatori utilizzati per milione di persone (pmp) , il Veneto con 46,4 e la Toscana con 45,6.
Il Piemonte e la Valle d’Aosta registrano delle ottime performance con, rispettivamente, 39 e 40,5 donatori pmp. Lontani i numeri delle regioni del Sud con l’eccezione della Sardegna.
I tassi di opposizione al prelievo di organi e tessuti sono rimasti invariati e il fabbisogno non è affatto soddisfatto. Nelle rianimazioni la percentuale di chi rifiuta la donazione è cresciuto sia pur di poco (+0,7) assestandosi allo 30,5%. Almeno in parte, questo dato risente del fatto che sempre più persone hanno registrato la loro volontà di dono o di rifiuto al momento del rinnovo della carta di identità. Nel sistema informativo trapianti sono oltre 18 milioni le dichiarazioni registrate e prossimamente in rianimazione giungeranno in misura sempre maggiore persone con consenso o opposizione già definiti.
Al rinnovo della carta di identità nel 2023 si sono espressi a favore della donazione dei propri organi 2,4 milioni di cittadini (68,5%) e coloro che si sono opposti sono stati 1,1 milioni (31,5%). Da questo scenario deriva la necessità di attivare forme rapide di dichiarazione preventiva di volontà – svincolata dai tempi del rinnovo del proprio documento – e di contestuale promozione della cultura del dono “È obiettivo prioritario” – ha affermato il ministro, anticipando che entro l’anno “l’attivazione del portale digitale del CIE permetterà ai cittadini di registrare la propria dichiarazione senza recarsi negli uffici anagrafe del proprio comune”.