Resta al ‘top’ l’attività di donazione e trapianto anche in piena pandemia
La rete di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule del Piemonte e Valle d’Aosta si conferma un’eccellenza anche in epoca di piena epidemia Covid-19.
Secondo i dati di attività del Centro Regionale Trapianti al 30 Settembre 2020, il territorio del Piemonte e Valle d’Aosta ha registrato i numeri più alti di donatori italiani: 34.6 per milione di popolazione (pmp), rispetto ai 27.2 del Nord, ai 30.4 del Centro e ai 12.7 del Sud e Isole, con ricadute positive dunque anche sui numeri dei trapianti.
I valori al 30/09/20 mostrano che sono, infatti, cresciuti nella quasi totalità i trapianti d’organo: 58.1 pmp per il rene (vs 51.5 del 2019) per un totale di 184 trapianti eseguiti; 36.1 ppm per il fegato (vs 32.9 del 2019) per un totale complessivo di 114 trapianti; 6.3 pmp per il cuore (vs 5.6 al 2019) con 221 trapianti totali, cui vanno aggiunti 12 trapianti combinati (6 di rene e fegato, 4 di rene e pancreas, 1 di rene e polmone, 1 rene/pancreas/polmone). Per il trapianto di polmone invece, in base ai dati rilevati al 30/09, si evidenzia un dato di 3.6 pmp rispetto al 5.1 del 2019, con 12 trapianti eseguiti.
Le attività nell’ambito dei trapianti di tessuti sono le seguenti: 1.147 prelievi di cornee per un totale di 313 trapianti . Per la cute 32 prelievi eseguiti e 65 trapianti; tessuto di muscolo scheletrico 87 prelievi e 181 trapianti; valvole e vasi rispettivamente 19 e 38 prelievi e 12 trapianti eseguiti; membrane amniotiche 47 innesti effettuati. Infine in merito alle cellule staminali ematopoietiche si sono registrati 56.374 donatori attivi che hanno permesso di realizzare 248 trapianti, di cui 81 allogenici e 167 autologhi.
«La nostra expertise – dichiara il Professor Antonio Amoroso, Coordinatore del Centro Regionale di Riferimento per i Trapianti della Regione Piemonte – l’elevata organizzazione del centro, lo spirito di squadra, la dedizione al paziente ci hanno consentito di operare e rispondere efficacemente alle richieste dei nostri trapiantati, mantenendo alti i livelli di cura, assistenza e ascolto delle necessità, bisogni, follow-up e servizi assistenziali anche in un’epoca di maggiore criticità e che siamo in grado di garantire anche per il presente e il prossimo futuro».