Il progetto INDOOR: nuove prospettive per il trasporto di organi grazie alla tecnologia dei droni

Il progetto INDOOR: nuove prospettive per il trasporto di organi grazie alla tecnologia dei droni.

Il progetto INDOOR, promosso dalla Fondazione DOT in collaborazione con istituzioni e partner di eccellenza, continua a spingere i confini dell’innovazione nella logistica sanitaria. Xia Yu Qi, ingegnera aereospaziale, lavora al progetto presso il PIC4SeR – Politecnico di Torino Interdepartmental Centre for Service Robotics con una borsa di ricerca erogata da DOT grazie al sostegno del Centro Nazionale Trapianti (CNT). Il report scientifico dell’attività progettuale sviluppata grazie al contributo del CNT offre uno sguardo approfondito sui progressi raggiunti e sulle soluzioni tecniche sviluppate per rendere il trasporto di organi e materiale biologico tramite droni sempre più sicuro ed efficiente.

Il cuore del progetto: sicurezza e innovazione

INDOOR mira a rivoluzionare il trasporto di materiale biologico, riducendo i tempi critici per la donazione e aumentando la sicurezza e la tracciabilità del processo. Tra i risultati principali, spicca lo studio dello sviluppo di capsule intelligenti per preservare la temperatura, l’igiene e l’integrità degli organi trasportati.

Droni e vibrazioni: test e soluzioni tecniche

Un aspetto cruciale affrontato è stato l’impatto delle vibrazioni dei droni sul materiale trasportato. Utilizzando avanzate simulazioni con shaker e test reali, il team ha verificato che sangue e campioni biologici non subiscono alterazioni significative durante il volo. Questo è stato reso possibile grazie a capsule appositamente progettate con materiali smorzanti, come schiume poliuretaniche, e l’uso di sensori avanzati per monitorare le condizioni durante il trasporto.

Una nuova frontiera nella logistica sanitaria

I progressi documentati nella relazione di Xia Yu Qi non si limitano alla fase sperimentale: le soluzioni tecniche sviluppate sono infatti pronte per applicazioni pratiche nelle missioni dimostrative previste tra le strutture ospedaliere torinesi. Una prima dimostrazione si è avuta in occasione del volo di test effettuato il 1 ottobre 2024 (leggi l’articolo), quando il drone di Abzero, partner progettuale di INDOOR, ha trasportato dei campioni biologici dal CTO alle Molinette. L’integrazione con droni di ultima generazione e il rispetto delle normative europee pongono le basi per una trasformazione radicale della logistica sanitaria, non solo in Italia ma anche a livello internazionale.

Grazie all’impegno di tutti i partner coinvolti ed al sostegno del Centro Nazionale Trapianti, INDOOR dimostra come la tecnologia possa essere una risorsa fondamentale per salvare vite, ottimizzando i tempi e le risorse nel sistema dei trapianti.

 

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PROGETTO INDOOR – USING DRONES FOR ORGAN TRANSPORTATION A TORINO VOLA IL DRONE PER IL TRASPORTO DI ORGANI E MATERIALE BIOLOGICO AL VIA LA SPERIMENTAZIONE, CON TRAGITTO DAL CTO ALLE MOLINETTE IL PROGETTO È PROMOSSO DA FONDAZIONE DOT – DONAZIONE ORGANI E TRAPIANTI E REALIZZATO CON IL PIC4SER DEL POLITECNICO DI TORINO E ABZERO

A Torino vola il drone per il trasporto di organi e materiale biologico

progetto INDOOR – usINg Drones fOr Organ tRansportation

A TORINO VOLA IL DRONE PER IL TRASPORTO DI ORGANI E MATERIALE BIOLOGICO
AL VIA LA SPERIMENTAZIONE, CON TRAGITTO DAL CTO ALLE MOLINETTE

Il progetto è promosso da Fondazione DOT – Donazione Organi e Trapianti
e realizzato con il PIC4SeR del Politecnico di Torino e ABzero

 

Torino, 1 ottobre 2024 – Il primo ottobre il cielo di Torino ha ospitato il primo volo sperimentale per il trasporto di organi e di materiale biologico con drone. Il drone ha compiuto un tragitto fra la piattaforma dell’elisuperficie del CTO (Centro Traumatologico Ortopedico) e la Palazzina di Genetica delle Molinette. Una distanza di 500 metri in linea d’aria, tra due presidi ospedalieri dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, coperta sorvolando in modalità di navigazione automatica un tratto urbano della città di Torino e un tratto del fiume Po. Il drone ha trasportato campioni biologici all’interno di una capsula appositamente progettata.

L’avvio della sperimentazione sul campo è un momento importante per il progetto INDOOR – usINg Drones fOr Organ tRansportation promosso da Fondazione DOT Onlus- Donazione Organi e Trapianti in collaborazione con partner istituzionali e tecnici: il Centro Regionale Trapianti di Piemonte e Valle d’Aosta, il PIC4SeR del Politecnico di Torino (PoliTo Interdepartmental Center for Service Robotics), l’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, l’Università degli Studi di Torino, la Città di Torino, il Centro Nazionale Trapianti, l’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), Mavtech (società di sviluppo di prodotti innovativi per la sorveglianza aerea e per il supporto operativo rivolto ad applicazioni civili), ABzero (startup che ha progettato e brevettato un contenitore sensorizzato per il trasporto di materiale biologico e di organi tramite drone).

“L’utilizzo di droni nel trasporto di organi e materiale biologico è un passo avanti significativo per la tecnologia e la scienza medica, ma soprattutto per tutti coloro che sono in attesa di trapianto – afferma Mauro Rinaldi, Presidente della Fondazione DOT e Direttore Centro Trapianti di Cuore e Polmone delle Molinette –. Ridurre in maniera significativa tempi e rischi per il trasporto di organi è uno degli obiettivi che abbiamo tutti noi che operiamo in questo campo. E passare dai trasferimenti su strada, condizionati dai rallentamenti e dagli inconvenienti dovuti al traffico, a quelli con drone, decisamente più efficienti per velocità e sicurezza, va nella direzione di tale obiettivo e dell’interesse dei pazienti. Siamo orgogliosi di promuovere questo progetto e ringraziamo tutti i partner che insieme a Fondazione DOT vi stanno lavorando fin dall’inizio, perché dalla sperimentazione si passi presto all’impiego reale. Il volo non poteva che realizzarsi presso Città della Salute, ospedale che si colloca al vertice in Italia per l’attività di trapianto. Sappiamo che molteplici innovazioni importanti per la medicina sono scaturite grazie ai trapianti. Per questo, insieme a Giovanni La Valle, Direttore Generale dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, siamo orgogliosi che il nostro ospedale sia impegnato nella ricerca e sviluppo in questo settore”.

Il volo realizzato il primo di ottobre apre la sperimentazione sul campo sia del drone sia della capsula che conterrà il materiale biologico. Altri voli sperimentali saranno realizzati per mettere a punto la tecnologia definitiva che sarà poi utilizzata per i trasferimenti reali di organi e materiale biologico.

La Città di Torino e la Drone Unit della Polizia Municipale hanno avuto un ruolo fondamentale per la realizzazione del volo supportando e facilitando le procedure di autorizzazione e garantendo la piena sicurezza della sperimentazione attraverso l’impiego di 24 unità delle forze dell’ordine. Inoltre, l’iniziativa Torino City Lab e la Casa delle Tecnologie Emergenti di Torino hanno contribuito e contribuiranno in maniera significativa alla realizzazione e divulgazione dei risultati tecnici del progetto INDOOR.

Fra i partner del progetto, la start up ABzero, incubata preso il Polo Tecnologico di Navacchio, spin off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, si è occupata di guidare l’iter autorizzativo per poter effettuare le operazioni di volo secondo la procedura richiesta da ENAC.

Inoltre, l’azienda ha offerto il suo sistema multimodale brevettato, composto di drone multicottero elettrico, capsula intelligente e software integrati, per la consegna di sangue, emocomponenti, organi, medicinali e vaccini, che abilita il personale medico all’utilizzo di droni in maniera semplice e immediata, nel rispetto delle normative vigenti, garantendo la qualità del bene trasportato e il controllo costante della consegna automatica in totale sicurezza.

Il punto centrale dell’innovazione di ABzero è la Smart Capsule®, un contenitore medicale dotato di intelligenza artificiale e provvisto di speciali sensori per il mantenimento della temperatura, del pH, dell’umidità e dell’emolisi del sangue. La capsula è in grado di trasportare in totale sicurezza materiali biomedicali urgenti quali emocomponenti, farmaci e in futuro organi.

Attraverso un’applicazione mobile dedicata è possibile attivare un volo completamente autonomo, ovvero far viaggiare il drone a una distanza che non consente al pilota remoto di rimanere in contatto visivo diretto e costante con il velivolo ma gli permette di supervisionare le operazioni da remoto, mentre l’Intelligenza Artificiale di bordo monitora e gestisce automaticamente le condizioni ambientali, l’integrità dei beni salvavita e la sicurezza delle operazioni di volo.

L’uso di droni al servizio della medicina è un’innovazione che porterà vantaggio a tutto il sistema sanitario pubblico.

I costi che si sostengono attualmente per il trasporto su strada o tramite elicottero, non solo di organi ma anche di farmaci e altri presidi spesso vitali, saranno ridimensionati in maniera significativa grazie all’impiego dei droni, con un consistente risparmio complessivo su tutta la filiera.

Non solo: la sperimentazione avviata a Torino col primo volo sperimentale del progetto INDOOR apre la strada ai voli con droni in ambiente urbano, con molte possibili ricadute utili per il trasporto di beni per utilità pubblica, non solo di tipo medico, in aree densamente popolate.

 

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Dai piccoli progetti nascono grandi innovazioni: il successo di Paquitop e le nuove iniziative.

Il progetto originale

Paquitop è un progetto del Politecnico di Torino sostenuto da Fondazione DOT con lo scopo di realizzare un robot che si muova su ruote e supporti il personale sanitario nella cura dei pazienti trapiantati, grazie anche ad un braccio robotico capace di manipolare oggetti.

Un problema che riguarda tutti i pazienti

Le tecnologie utili nei trapianti hanno ricadute in ambiti più ampi. Non sono solo gli operatori sanitari che trattano i degenti trapiantati ad essere affaticati dalla cronica mancanza di personale. Così come non sono solo i pazienti che hanno subito un trapianto ad aver bisogno di supporto nel periodo successivo all’intervento. Per questi motivi, dal progetto Paquitop sono nati dei progetti rivolti a tutti i pazienti di tutti i reparti.

Il nuovo prototipo

In nuovo prototipo nato dal progetto Paquitop

Il nuovo robot può svolgere molti compiti:

  • identificare con sicurezza il paziente;
  • trasportare piccoli oggetti, come una bottiglietta d’acqua;
  • agevolare le comunicazioni in caso il paziente abbia difficoltà a verbalizzare;
  • permettere videochiamate attraverso tablet tra il personale sanitario, o tra paziente e familiari in situazioni di isolamento;
  • aumentare la frequenza del monitoraggio del paziente;
  • misurare parametri vitali della persona, come il rilevamento della temperatura corporea;
  • stimolare delle attività riabilitative, sia cognitive che neuromotorie, attraverso attività ludiche come i videogiochi;
  • permettere al paziente di fare esercizi come afferrare oggetti diversi in un programma di allenamento;
  • sanificazione di locali.

Nuovi progetti nascono da Paquitop

Paquitop 3

 

- l’operatore sanitario può letteralmente prendere per mano il robot

Le maggiori innovazioni di questo prototipo sono due:

  • l’operatore sanitario può letteralmente prendere per mano il robot e accompagnarlo nel percorso che lo strumento apprenderà e poi farà in autonomia. Questo riduce la formazione necessaria per istruire il robot;
  • il robot è in grado di avvicinarsi nel miglior modo possibile al paziente, qualsiasi la posizione in cui si trova: che egli sia seduto o sdraiato.

 

 

 

 

 

 

Un secondo prototipo: la sedia movi.WE.Q

Dallo studio delle necessità dei degenti, sono emerse anche le fatiche legate agli spostamenti in ambienti stretti con quelli delle aziende sanitarie.

sedia movi.WE.Q

Questo prototipo può muoversi anche lateralmente rispetto alle sedie a rotelle tradizionali, che richiedono ampie manovre. Questo agevola movimenti necessari, ma spesso complessi, come l’accesso ai servizi igienici.

Movi.WE.Q può essere guidata sia da chi vi è seduto, sia da un operatore se il paziente è impossibilitato. Infatti, è dotato di una speciale maniglia che permette di gestirlo anche con l’uso di una sola mano: sono sufficienti pressioni lievi perché la macchina capisca dove l’operatore voglia andare, liberandolo da sforzi fisici.

dettagli della sedia movi.WE.Q

 

Inoltre, la maniglia è dotata di impugnatore in grado di riconoscere se l’afferraggio dell’operatore è volontario o se si tratti solo di un contatto distratto.

Come contribuire alla ricerca

La ricerca non si ferma. Sostieni i progetti di applicazione della robotica all’interno degli ospedali.

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PerTravel® è realtà!

PerTravel® è realtà!

Un’ottima notizia. Il nostro progetto PerTravel® ha raggiunto un importante traguardo.

Il partner aziendale del progetto, Aferetica, ha presentato al Congresso Nazionale della Società Italiana dei Trapianti d’Organo e di Tessuti (S.I.T.O.) 2023, tenutosi ad inizio ottobre a Roma, il sistema innovativo per il trasporto d’organi, frutto della ricerca congiunta di questi anni.

LE INNOVAZIONI

NIENTE PIÚ GHIACCIO

I contenitori convenzionali utilizzano il ghiaccio per mantenere refrigerati gli organi. PerTravel®, invece, ha un’unità PCM (Materiali a Cambio di Fase) e isolamenti a base di Aerogel (aria solida), per mantenere costante la temperatura dell’organo e conservarlo in condizioni di ipotermia (2-6°C) per un lungo periodo, fino a 36 ore, senza il contatto diretto tra l’organo e il sistema di refrigerazione.

MONITORAGGIO CONTINUO

Ogni istante del trasporto è critico per organi e tessuti donati. Per questo un obiettivo del progetto era aumentare il controllo nel trasporto. PerTravel® offre monitoraggio e tracciabilità in tempo reale, tramite unità sensoristiche e software dedicati alla rilevazione di temperatura dell’organo e dell’ambiente ed eventuali condizioni di shock meccanico anche a distanza, oltre all’esatta posizione.

È ANCHE COMODO

Oltre a garantire l’efficienza delle prestazioni, si è prestata attenzione alle necessità portate dagli addetti al trasporto: PerTravel® è maneggevole e pratico da utilizzare.

Parlano di PerTravel®

Corriere della Sera Torino   9/10/2023        https://torino.corriere.it/notizie/piemonte/23_ottobre_09/torino-e-i-trapianti-ecco-come-saranno-custoditi-gli-organi-senza-bisogno-di-ghiaccio-e-monitorati-lungo-tutto-il-tragitto-a1e25f01-692a-4846-836c-0191fc97fxlk.shtml

Tecnomedicina.it   10/10/2023        https://www.tecnomedicina.it/aferetica-e-fondazione-dot-presentano-pertravel/

Sulparano.net   17/10/2023        https://www.sulpanaro.net/2023/10/trapianto-e-trasporto-dorgani-una-svolta-made-in-italy-con-aferetica/

Scarica il comunicato stampa qui

 

Aggiornamenti dal progetto Paquitop

Il progetto

Dal 2022 Fondazione DOT collabora con il Politecnico di Torino ad un progetto di applicazione della robotica all’interno degli ospedali. L’idea è realizzare un robot che si muova su ruote e aiuti facilmente il personale sanitario, grazie anche ad un braccio robotico capace di manipolare oggetti.

Il problema

Nell’ambito sanitario, gli operatori sono affaticati dalla cronica mancanza di personale e questo può comportare un peggioramento della qualità dell’assistenza.
Per questo è nato il progetto Paquitop: una ricerca per costruire un robot autonomo in grado di eseguire semplici compiti di supporto al personale sanitario. In questo modo si potrebbe alleviare il carico di lavoro degli operatori, la cui presenza resta imprescindibile nel percorso di cura, affinché abbiano più risorse da dedicare alle attività che richiedono competenza ed esperienza.

Le possibilità

Le possibili attività che il robot potrebbe svolgere sono:

– il trasporto di piccoli oggetti;
– permettere videochiamate attraverso tablet tra il personale sanitario, o tra paziente e familiari in situazioni di isolamento;
– compagnia e intrattenimento;
– aumento della frequenza del monitoraggio del paziente;
– accompagnamento dei pazienti tra i vari reparti;
– stimolazione delle attività riabilitative;
– sanificazione di locali.

A che punto siamo

Il prototipo ha superato le prime prove fatte dal personale sanitario. I riscontri sono stati alquanto positivi. Il prossimo passo sarà metterlo alla prova nelle attività con i pazienti.
Per approfondire, si segnala l’articolo “Robot per la Sanità del futuro: le soluzioni allo studio e il caso di “DOT Paquitop”  pubblicato su Agenda Digitale dal gruppo di ricerca del Politecnico di Torino coordinato dal prof. Giuseppe Quaglia.

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Aggiornamenti dal Progetto “Carta di Identità e donazione d’organi: una scelta consapevole”.

Aggiornamenti dal Progetto “Carta di Identità e donazione d’organi: una scelta consapevole”.

Il progetto “Carta di Identità e donazione d’organi: una scelta consapevole” nasce dallo studio dei dati riguardanti la scelta compiuta dai cittadini, in occasione del rilascio/rinnovo della carta di identità, “di essere” o “di non essere” donatori dei propri organi. L’opportunità offerta dalle Amministrazioni Comunali ai propri cittadini si concretizza grazie alla legge di conversione n. 98 del 9 agosto 20213.

Dal 2013 in poi, pertanto, le dichiarazioni dei cittadini vengono trasmesse dai comuni italiani al Sistema Informativo Trapianti, incardinato presso l’Istituto Superiore di Sanità, e, dopo averli resi anonimi, consultabili sul sito https://trapianti.sanita.it/statistiche/dichiarazioni_italia.aspx.

Ad oggi le dichiarazioni totali, favorevoli o contrarie, sono più di 16.000.000 con una percentuale di favorevoli che si aggira intorno al 71%. Negli anni si è registrato un progressivo aumento delle dichiarazioni contrarie registrate in anagrafe durante il rinnovo/rilascio del documento di identità. Tale incremento è risultato caratterizzare anche la regione Piemonte che, al primo gennaio 2021, registrava il 31% di dichiarazioni contrarie. Tra le grandi città della Regione, il comune di Alessandria registrava nello stesso periodo il 42,5%.

 

La carenza di informazioni corrette in merito alla medicina dei trapianti si traduce spesso in un netto aumento delle dichiarazioni contrarie alla donazione con evidenti ricadute negative sulla disponibilità di organi da utilizzare a scopo di trapianto terapeutico.

Per questo motivo Fondazione D.O.T. ha deciso di sostenere il progetto, in partnership con il Coordinamento Regionale delle donazioni e dei Prelievi di organi e tessuti della regione Piemonte e della regione Valle d’Aosta e l’Amministrazione comunale di Alessandria. Per la realizzazione del progetto, la Fondazione D.O.T. ha ricevuto un contributo da parte della Fondazione CRT.

 

L’obiettivo del progetto

Aumentare la percentuale dei cittadini che decidono di esprimersi consapevolmente rispetto la donazione dei propri organi dopo la morte in occasione del rinnovo del documento di identità.

 

L’idea

Inviare una lettera ad ogni cittadino in possesso del documento di identità prossimo alla scadenza per informarlo della possibilità di dichiarare la scelta riguardo alla donazione di organi e tessuti in sede di rinnovo del documento. Nella lettera sono spiegate anche le procedure cliniche e normative riguardo la medicina dei trapianti.

Per rendere ancor più utile la lettera agli occhi del cittadino, vengono riportate anche informazioni sui costi e sulle tempistiche di realizzazione della carta di identità elettronica (CIE).

Lettera inviata dal Comune di Alessandria

Lettera inviata dal Comune di Alessandria.

 

I risultati

Tra luglio 2021 e giugno 2023 sono state inviate 7.454 lettere ai cittadini con il documento in scadenza, di cui 5121 entro dicembre 2022. I risultati parziali che riportiamo riguardano queste ultime.

Durante il periodo dell’intervento di comunicazione rivolto ai cittadini del comune di Alessandria, si è assistito, a livello nazionale e regionale, ad un progressivo aumento delle dichiarazioni contrarie alla donazione in occasione il rinnovo del documento di identità: l’aumento delle dichiarazioni contrarie alla donazione è stato dello 0,4% a livello nazionale e dello 0,5% a livello regionale. Per contro, presso il comune di Alessandria c’è stata una riduzione pari al 2,6% che porta ad una riduzione netta del 3.1% delle dichiarazioni contrarie alla donazione.

Conclusioni

In attesa dei risultati definitivi della ricerca, è già possibile concludere che dando ai cittadini gli strumenti per una scelta consapevole, questi sono maggiormente portati a scegliere di diventare donatori.

Trasporto di organi e di materiale biologico con drone: partirà a Torino il primo volo sperimentale, dal CTO alle Molinette

Trasporto di organi e di materiale biologico con drone: partirà a Torino il primo volo sperimentale, dal CTO alle Molinette

Lo scorso 13 aprile abbiamo annunciato il primo volo del drone, nuovo traguardo del progetto INDOOR – usINg Drones fOr Organ tRansportation.

Guarda la video intervista su Askanews

 

Il percorso

Attraverso il volo verranno trasferite, all’interno di una capsula appositamente progettata, sostanze inerti che simulano campioni biologici. Il drone partirà dall’area del CTO (Centro Traumatologico Ortopedico) e giungerà alla Palazzina di Genetica delle Molinette: una distanza di 500 metri in linea d’aria, tra due presidi ospedalieri dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, coperta sorvolando in modalità di navigazione automatica un tratto urbano della città di Torino e un tratto del fiume Po. Per poter garantire la massima sicurezza, il volo è programmato in un orario con condizioni di traffico stradale minimo e il drone sarà monitorato da osservatori lungo tutto il percorso.

mappa percorso drone

 

Siamo felici di annunciare il primo volo sperimentale per il trasporto di organi e di materiale biologico con drone – afferma Antonio Amoroso, Presidente della Fondazione DOT e Direttore del Centro Regionale Trapianti Piemonte e Valle d’Aosta –. Si tratta di un risultato importante che ci avvicina sempre di più al momento in cui si potranno ridurre in maniera significativa tempi e rischi per il trasporto di organi. I trasferimenti avvengono ora prevalentemente su strada e risentono dei rallentamenti e degli inconvenienti dovuti al traffico. Quelli con drone avranno invece rilevanti miglioramenti in termini di velocità e sicurezza, che avvantaggeranno in particolare i pazienti in attesa di trapianto. L’uso di droni potrà avere ripercussioni importanti su tutto il sistema sanitario pubblico perché consentirà di contenere anche i costi che si sostengono attualmente per il trasporto su strada o tramite elicottero, con un consistente risparmio complessivo su tutta la filiera. Ipotizziamo di poter avere un prototipo di drone utilizzabile entro il 2023 e ci auguriamo di poter effettuare il primo vero volo di trasporto di materiale biologico entro un paio di anni”.

Trasporto di organi con droni: un’innovazione per la medicina dei trapianti e non solo.

La sperimentazione dell’utilizzo di Aeromobili a Pilotaggio Remoto (nome tecnico dei droni) nella medicina dei trapianti tra gli ospedali piemontesi è realizzata nell’ambito del progetto di ricerca INDOOR avviato nel 2021 dalla Fondazione D.O.T. in collaborazione con partner istituzionali e tecnici: il Centro Nazionale Trapianti (CNT), il Centro Regionale Trapianti (CRT), l’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi di Torino, l’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), il PIC4SeR del Politecnico (PoliTo Interdepartmental Center for Service Robotics), ProS3 (azienda specializzata nella progettazione di sistemi aerei a pilotaggio remoto), Mavtech (società di sviluppo di prodotti innovativi per la sorveglianza aerea e per il supporto operativo rivolto ad applicazioni civili), ABzero (startup che ha progettato e brevettato un contenitore sensorizzato per il trasporto di materiale biologico e di organi tramite drone) e LMA Aerospace Technology (azienda specializzata nella realizzazione di prodotti aerospaziali con tecnologie e materiali innovativi).

“Lo sforzo congiunto di Fondazione D.O.T., del Politecnico di Torino e di tutte le organizzazioni coinvolte ha permesso di raggiungere questo importante risultato – commenta Marcello Chiaberge, Professore del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni (DET) del Politecnico di Torino –. Oltre agli impatti positivi in termini di velocità e sicurezza, con la sperimentazione del progetto INDOOR si apre la strada ai voli con droni in ambiente urbano, con molte possibili ricadute utili per il trasporto di beni per utilità pubblica in aree densamente popolate. Un’innovazione che dalla medicina dei trapianti porterà vantaggi a molti altri settori”.

Il progetto proseguirà con ulteriori test che saranno effettuati sia sul drone che sulla capsula che conterrà il materiale biologico e saranno realizzati tutti i voli sperimentali necessari per mettere a punto la tecnologia definitiva che sarà poi utilizzata per i trasferimenti reali.

16 aprile, una giornata per rilanciare la fiducia nella donazione di organi e tessuti

Per sensibilizzare tutti i cittadini verso la donazione, in occasione della Giornata Nazionale della Donazione e Trapianto abbiamo illuminato la Mole Antonelliana di rosso con l’immagine di un cuore impacchettato, nella notte tra il 15 e il 16 aprile. Mole Antonelliana illuminata di rosso

Scarica il comunicato stampa.

 

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Aggiornamenti dal Progetto Indoor test con lo shaker superati!

Aggiornamenti dal Progetto Indoor: test con lo shaker superati!

Il passo successivo della ricerca sul progetto “INDOOR (usINg Drones fOr Organ tRansportation)” prevedeva di testare alcune provette di sangue in uno shaker, vale a dire un dispositivo di laboratorio che riproduce vibrazioni e accelerazioni di un drone, per valutarne l’eventuale deterioramento. I risultati preliminari sono ottimistici: il sangue trasportato durante un’operazione standard tramite drone non si deteriora. Test con lo shaker superati!

Lo shaker utilizzato per il Progetto INDOOR

L’esperimento

Le prove sperimentali sono state eseguite con un incremento graduale di complessità degli elementi coinvolti nelle casistiche testate, ossia:

  • Prima prova: in assenza di elementi montati sullo strumento, oltre all’accelerometro [peso = 148 g];
  • Seconda prova: in presenza del supporto e del contenitore stampati in 3D, al cui interno è posizionato il porta-provette di gommapiuma [peso complessivo = 618 g];
  • Terza prova: in presenza di provette contenente campioni biologici ematici di donatori volontari alloggiati all’interno del contenitore descritto nella seconda prova [peso complessivo = 845 g].

Infine, le provette di sangue sono state testate per analizzare e confrontare le loro caratteristiche ematologiche, di coagulazione, chimiche e virologiche successive alla simulazione delle vibrazioni con un lotto di provette di sangue di controllo non shakerato. L’analisi dei dati raccolti mostra come il sangue trasportato durante un’operazione standard tramite drone non subisca variazioni significative di deterioramento delle sue proprietà fisiche.

E poi?

Ora si avvicina il tempo dei test reale col drone nel contesto urbano tra due presidi (CTO e Molinette) dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino. Quasi certamente il primo volo avverrà il prossimo mese. Te lo racconteremo attraverso la nostra newsletter e i canali social delle Fondazione. Puoi contribuire anche tu al Progetto INDOOR.

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Aggiornamenti dal progetto PerTravel

Aggiornamenti dal Progetto PerTravel

Due anni di ricerca di ingegneri e perfusionisti hanno portato alla presentazione del primo prototipo del Progetto PerTravel: un contenitore standardizzato che permette di monitorare costantemente le temperature a cui l’organo è conservato e alla sua puntuale geolocalizzazione durante il trasporto dal donatore al ricevente. Si sta lavorando, ora, a un secondo prototipo per migliorarne l’usabilità, avendo raggiunto gli standard di funzionalità ottimali.

Come nasce il Progetto PerTravel?

In Europa non esiste una standardizzazione delle caratteristiche che debba avere il contenitore in cui vengono trasportati gli organi dal luogo del prelievo al luogo del trapianto. Solitamente si utilizzano contenitori di polistirolo con all’interno del ghiaccio. Sono così possibili fatalità o errori umani: può avvenire un congelamento dell’organo o può addirittura succedere che il ghiaccio non venga inserito.

Fortunatamente gli errori registrati sono pochissimi, ma anche uno solo è troppo quando in gioco c’è una vita. Per questo motivo, il Centro Regionale Trapianti di Piemonte e Valle d’Aosta ha pensato fosse necessaria la ricerca di un contenitore composto da materiali ben definiti che permettesse il monitoraggio delle condizioni ambientali in cui viene trasportato l’organo e il tracciamento GPS per conoscere la sua esatta posizione in ogni minuto del trasporto.  

Chi lavora al Progetto PerTravel?

L’azienda emiliana Aferetica SRL ha accolto la sfida mettendo a disposizione la sua esperienza nel settore della terapia intensiva, della cardiologia e dei dispositivi medici in genere. Fondazione D.O.T. e il Politecnico di Torino hanno finanziato l’avvio della ricerca.

All’idea progettuale lavorano ingegneri e perfusionisti (specialisti delle tecnologie extracorporee per la perfusione ex vivo dell’organo che permettono di nutrirlo e conservarlo), con un costante confronto con il Centro Regionale Trapianti.

Il primo prototipo presentato

Due anni di ricerca, hanno permesso di presentare al Centro Regionale Trapianti un primo prototipo per il trasporto di reni, pancreas, fegato e cuore composto da:

Fig. 1 Contenitore isoterma e PCM
  • un contenitore primario che possa essere alloggiato su una macchina da perfusione d’organo. Il contenitore per organo della macchina PerLife® permetterà di limitare i tempi di ischemia e favorirà il tasso di successo di trapianto;
  • un sistema di tre sacchetti. Il primo, a stretto contatto con l’organo, è dotato di una tasca con un sensore di temperatura. Il secondo sacchetto conterrà il primo sacchetto con l’organo e una soluzione di conservazione in quantità nota per ridurre le vibrazioni. Il terzo sacchetto avvolgerà l’intero contenitore primario per garantirne la sterilità;
  • un contenitore Isoterma: struttura isolante realizzata con diverse tipologie di materiali per garantire l’isotermia per un massimo di 36ore;
  • un contenitore per i campioni biologici posto su un trolley dedicato e un porta documenti che si aggancerà con la scatola isoterma per il trasporto. Infine, sarà dotato di un tablet per la visualizzazione dei parametri e dei relativi allarmi.

La ricerca prosegue per produrre un secondo prototipo

Il primo prototipo aveva tutte le caratteristiche prestazionali e di sicurezza necessarie per il trasporto. In seguito alla finalizzazione del prototipo, è stato avviato un processo di design review ai fini dell’ottimizzazione delle caratteristiche di ergonomicità e usabilità funzionali soprattutto a una maggiore e più facile maneggevolezza del dispositivo.

Dopo che il secondo prototipo sarà testato, sarà avviato l’iter di industrializzazione e di certificazione del dispositivo secondo le normative applicabili. Ottenuta la certificazione, avremo un dispositivo medico che consente un trasporto standardizzato e sicuro degli organi dal donatore al ricevente.


PerTravel. UN VIAGGIO CHE VALE UNA VITA

Il progetto DOT Paquitop, a che punto siamo

Qualche mese fa vi abbiamo comunicato l’avvio di questo progetto. Si tratta dello sviluppo di un robot mobile per l’assistenza alla persona, in collaborazione con il Politecnico di Torino nell’ambito dei progetti di ricerca di Fondazione DOT.

Il progetto intende sviluppare una piattaforma (un robot) dotata di braccio robotico, sensori e schermo per interazione, che viaggia su ruote con tante potenziali applicazioni in ambito clinico: la telepresenza, permettendo a un operatore in remoto di interagire con il paziente, specie in contesti critici (terapie intensiva, reparto trapianti), il trasporto di piccoli oggetti (bottiglie, medicine) o altro, utili al paziente, e soprattutto il miglioramento del monitoraggio a favore di una più elevata qualità della cura. I test che erano previsti alla Banca del Sangue sono stati fatti e tra gli operatori sanitari, in più della metà, il riscontro è stato molto positivo, ritenendo il robot migliorativo del lavoro, con una riduzione del tempo dedicato a azioni ripetitive a favore di maggiore attenzione al paziente. Resta da testare il gradimento fra i pazienti, previsto a breve. «La borsa di studio – dichiara Giuseppe Quaglia, Professore ordinario presso il dipartimento di ingegneria meccanica ed aereospaziale al Politecnico di Torino – si conclude a ottobre ma Lorenzo Baglieri, il borsista assegnatario ha vinto un dottorato triennale e ciò ci consentirà di implementare ulteriormente il progetto sviluppando le funzioni di interazione tra robot e paziente e la migliore mappatura di specifici parametri, con particolare indicazione al paziente in terapia intensiva e in reparti ordinari». Il progetto coinvolge persone che operano nel Politecnico Interdipartimental Center For Service Robotics (PIC4SeR)