Intelligenza Artificiale, ingegneria e medicina: il progetto che rivoluziona i trapianti

Intelligenza Artificiale, ingegneria e medicina: il progetto che rivoluziona i trapianti

La Fondazione Donazione Organi e Trapianti (D.O.T.), in collaborazione con il Politecnico di Torino, ha dato vita a un progetto rivoluzionario che promette di trasformare il mondo dei trapianti. Guidato dai proff. Marco Deriu (Professore Ordinario del Politecnico di Torino), Diego Gallo (Professore Associato del Politecnico di Torino) e Cristina Bignardi (consigliera della Fondazione e Professoressa Ordinaria del Politecnico di Torino), il progetto combina competenze mediche e bioingegneristiche per affrontare alcune delle sfide più complesse del settore.

Obiettivi del Progetto

Questo progetto multidisciplinare mira a ottimizzare i processi di trapianto, intervenendo in tre aree chiave:

  • matching donatore-ricevente: sviluppo di sistemi di supporto decisionale per aumentare le probabilità di successo del trapianto.
  • conservazione e trasporto degli organi: miglioramento delle tecniche di perfusione e monitoraggio durante il trasporto.
  • formazione e ricerca: creazione di nuove competenze per affrontare le sfide future del settore.

Un progetto che parte dalle persone

Il primo passo concreto di questa iniziativa è stato l’apertura di una posizione nel corso di dottorato in Bioingegneria e Scienze medico-Chirurgiche, interamente dedicato al progetto. Dopo una rigorosa selezione, il bando è stato vinto da Alexandra Tsipourakis, giovane ingegnera con un background in ingegneria elettronica e informatica, e una forte motivazione per applicare la tecnologia al settore sanitario.

“Ho sempre desiderato usare le mie competenze per migliorare la vita delle persone, e questo progetto rappresenta l’occasione perfetta per farlo,” racconta Alexandra. “Sono entusiasta di far parte di un team così innovativo, che mette insieme ingegneri e medici per creare soluzioni concrete.”

Parte del tema di ricerca: Alexandra Tsipourakis, Cristina Bignardi, Diego Gallo

Parte del tema di ricerca: Alexandra Tsipourakis, Cristina Bignardi, Diego Gallo

L’intelligenza artificiale al servizio dei trapianti

Il cuore del progetto è lo sviluppo di modelli predittivi e strumenti avanzati basati sull’intelligenza artificiale (AI). Questi permetteranno di valutare rapidamente le variabili relative al donatore, all’organo e al ricevente, offrendo ai chirurghi strumenti per scegliere il protocollo più adatto in tempi ridotti.

Il prof. Diego Gallo, esperto in modellazione in ausilio alla pratica clinica, sottolinea:

“L’intelligenza artificiale e i modelli meccanicistici possono trasformare completamente il processo decisionale. Non si tratta di sostituire il chirurgo, ma di fornire strumenti migliori per prendere decisioni informate e personalizzate.”

Anche il prof. Marco Deriu, esperto di modelli predittivi, evidenzia l’innovatività dell’iniziativa:

“Questo progetto è un passo avanti nell’uso dei dati e delle simulazioni. Creare strumenti come i gemelli digitali significa non solo migliorare i trapianti oggi, ma creare un’eredità di conoscenze per il futuro.”

Partire dai dati: il focus sul fegato

Il team ha deciso di iniziare dal programma di trapianto di fegato, grazie alla collaborazione del prof. Renato Romagnoli (Direttore del Centro Trapianti di Fegato dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino) e della sua equipe. Primo passo della ricerca è la raccolta di dati, che saranno utilizzati per creare i cosiddetti “gemelli digitali,” simulazioni che replicano virtualmente il comportamento degli organi e permettono di ottimizzare i processi.

Un approccio multidisciplinare per il futuro

Il progetto coinvolge medici, ingegneri e ricercatori per sviluppare soluzioni avanzate basate sull’intelligenza artificiale. Inoltre, il progetto coinvolgerà i Centri di trapianto di rene, di cuore e di polmone, oltre al Centro Regionale Trapianti.

“Questo progetto rappresenta una vera rivoluzione,” aggiunge la prof.ssa Bignardi. “È un esempio unico di collaborazione tra discipline diverse, tutte focalizzate su un obiettivo comune: salvare vite e migliorare la qualità di vita dei pazienti trapiantati.”

Un impegno condiviso

Il progetto sfrutta l’eccellenza del sistema sanitario piemontese nella medicina dei trapianti e l’esperienza del Politecnico di Torino per creare soluzioni tecnologiche applicabili a livello globale. Con questa iniziativa, la Fondazione D.O.T. dimostra ancora una volta il suo impegno nel sostenere progetti che migliorano concretamente la vita delle persone, investendo nell’innovazione e nel futuro della medicina.

Un piccolo gesto per un grande impatto

Perché questa ricerca possa continuare, c’è bisogno della collaborazione di tutti. Dare il consenso al trattamento anonimo dei propri dati clinici è un atto semplice, ma fondamentale per permettere ai ricercatori di sviluppare soluzioni innovative e salvare vite.

Fai la differenza: rendi i tuoi dati disponibili alla ricerca.

Donazioni e trapianti: un 2024 da record per la rete italiana

Donazioni e trapianti: un 2024 da record per la rete italiana

Il 2024 è stato un anno straordinario per la rete trapiantologica italiana, che ha raggiunto risultati senza precedenti sia per le donazioni di organi che per quelle di cellule staminali emopoietiche. Durante un evento istituzionale, il Ministro della Salute Orazio Schillaci e il direttore del Centro Nazionale Trapianti Giuseppe Feltrin hanno presentato i dati, evidenziando l’importanza di un sistema in costante crescita e miglioramento.

Numeri senza precedenti per le donazioni e i trapianti

Nel 2024 sono state registrate 2.110 donazioni di organi effettive (+2,7% rispetto al 2023) su un totale di 3.192 segnalazioni (+3,2%), che hanno permesso di effettuare 4.692 trapianti, con un incremento del 5,1% rispetto all’anno precedente. Il tasso nazionale di donazione è salito a 30,2 donatori per milione di persone (pmp), superando per la prima volta quota 30 e posizionando l’Italia tra i paesi leader in Europa.

Tra gli organi trapiantati, il cuore (+13%) e il rene (+6,6%) hanno registrato le crescite più rilevanti. In totale, i trapianti di rene sono stati 2.393 (+149 rispetto al 2023), mentre quelli di cuore hanno raggiunto quota 418. Anche i trapianti di fegato hanno segnato un lieve aumento (+1,8%), mentre i trapianti di polmone hanno subito un leggero calo (174 contro 188 nel 2023).

Crescita esponenziale delle donazioni a cuore fermo

Un contributo significativo al miglioramento complessivo è arrivato dalle donazioni a cuore fermo (DCD, Donation After Cardiac Death), aumentate del 29,4% rispetto all’anno precedente. Queste donazioni hanno rappresentato il 13,2% del totale dei trapianti effettuati nel 2024, un dato che evidenzia il progresso tecnologico e organizzativo della rete trapiantologica italiana. I centri ospedalieri attivi in questa tipologia di donazione sono passati da 72 a 85, dimostrando una crescente capacità di risposta del sistema sanitario.

Donazioni di cellule staminali emopoietiche: un altro record

Il 2024 ha visto un incremento anche nelle donazioni e nei trapianti di cellule staminali emopoietiche. Le donazioni hanno raggiunto quota 410 (+2,8%), mentre i trapianti da donatori non consanguinei sono stati 1.095, il numero più alto mai registrato. Inoltre, il registro IBMDR ha superato per la prima volta il mezzo milione di donatori attivi, grazie all’iscrizione di 32.184 nuovi potenziali donatori tra i 18 e i 35 anni.

Sfide ancora aperte: le opposizioni alla donazione

Nonostante i risultati eccezionali, il 2024 ha evidenziato la persistenza di un problema cruciale: i tassi di opposizione alla donazione. Nelle rianimazioni, il tasso è sceso al 29,3% (rispetto al 30,3% del 2023), ma il numero di opposizioni espresse al momento del rilascio della carta d’identità elettronica è aumentato. Solo il 63,7% delle dichiarazioni di volontà raccolte nel 2024 ha registrato un consenso alla donazione, rispetto al 68,5% dell’anno precedente.

Per affrontare questa sfida, il Ministero della Salute e il Centro Nazionale Trapianti hanno pianificato nuove campagne di sensibilizzazione, con un focus sui giovani e sugli over 60, le categorie che mostrano la minore propensione alla donazione.

La strada verso il futuro

Il successo del 2024 dimostra la forza del sistema trapiantologico italiano, che continua a crescere grazie all’impegno di operatori sanitari, donatori e famiglie. Tuttavia, c’è ancora molto da fare per ridurre le opposizioni alla donazione e garantire che un numero sempre maggiore di vite possa essere salvato.

La Fondazione DOT si impegna a sostenere questa rete attraverso iniziative innovative e campagne di sensibilizzazione, promuovendo la cultura della donazione come atto di solidarietà e speranza.

Nuove speranze di vita grazie ai trapianti: le storie straordinarie dall'Ospedale Molinette di Torino

Nuove speranze di vita grazie ai trapianti: le storie straordinarie dall’Ospedale Molinette di Torino

L’inizio del nuovo anno ha portato con sé storie di speranza e solidarietà grazie all’eccellenza medica dell’Ospedale Molinette di Torino. Ecco tre straordinari esempi di come la donazione di organi possa salvare vite e regalare un futuro.

Un doppio trapianto di polmone per iniziare il 2025

Nella notte di Capodanno, un uomo di 61 anni ha ricevuto una seconda chance di vita grazie a un complesso doppio trapianto di polmone. L’intervento, reso necessario da una grave insufficienza respiratoria, è stato eseguito con successo dal team di chirurgia toracica delle Molinette. Questo straordinario intervento non solo ha cambiato il corso della vita del paziente, ma testimonia anche il valore inestimabile delle donazioni di organi e la capacità delle strutture sanitarie italiane di affrontare interventi complessi anche in periodi festivi.

Un padre dona parte del suo fegato per salvare la figlia

A pochi giorni dal Natale, un gesto di amore paterno ha salvato la vita di una bambina di 11 mesi affetta da una grave insufficienza epatica. Il padre, un uomo greco residente in Italia, ha donato parte del suo fegato alla figlia in un delicato intervento di trapianto. Questo gesto eroico e il lavoro del team medico hanno permesso alla bambina di affrontare una nuova fase della sua vita con speranza. Questa storia rappresenta un esempio concreto di come la donazione da vivente possa fare la differenza, soprattutto nei casi pediatrici.

Una bimba di 8 mesi salvata grazie al trapianto di un coetaneo

Infine, un altro miracolo è avvenuto con il trapianto di fegato che ha salvato la vita di una bambina di 8 mesi. La donazione è arrivata da un bimbo di soli 5 mesi, un gesto di immenso altruismo da parte della sua famiglia in un momento di grande dolore. Grazie a questa donazione, la piccola paziente, affetta da una grave malattia epatica, ha ricevuto una nuova possibilità di vita. Questo intervento è un simbolo di come anche nelle situazioni più difficili possa emergere la forza della solidarietà umana.

Il ruolo della Fondazione DOT

Queste storie di rinascita mettono in luce l’importanza cruciale della donazione di organi, un tema che la Fondazione Donazione e Trapianto promuove ogni giorno. Attraverso progetti come INDOOR, che punta sull’uso di droni per ottimizzare il trasporto di organi, la Fondazione continua a lavorare per rendere il sistema trapianti sempre più efficace e tempestivo.

Invitiamo tutti a riflettere sull’importanza della donazione di organi, un gesto che può trasformare la tragedia in speranza. Per contribuire e sostenere i nostri progetti, clicca DONA ORA online o fai un bonifico intestato a Fondazione D.O.T. Donazione Organi Trapianti Onlus

  • conto corrente bancario presso Intesa Sanpaolo Spa  IBAN:  IT78N0306909606100000153521
  • conto corrente bancario presso Unicredit Spa IBAN:  IT31U0200801107000105582389

Questo Natale, regala speranza: sostieni la ricerca per salvare vite.

Il progetto INDOOR: nuove prospettive per il trasporto di organi grazie alla tecnologia dei droni

Il progetto INDOOR: nuove prospettive per il trasporto di organi grazie alla tecnologia dei droni.

Il progetto INDOOR, promosso dalla Fondazione DOT in collaborazione con istituzioni e partner di eccellenza, continua a spingere i confini dell’innovazione nella logistica sanitaria. Xia Yu Qi, ingegnera aereospaziale, lavora al progetto presso il PIC4SeR – Politecnico di Torino Interdepartmental Centre for Service Robotics con una borsa di ricerca erogata da DOT grazie al sostegno del Centro Nazionale Trapianti (CNT). Il report scientifico dell’attività progettuale sviluppata grazie al contributo del CNT offre uno sguardo approfondito sui progressi raggiunti e sulle soluzioni tecniche sviluppate per rendere il trasporto di organi e materiale biologico tramite droni sempre più sicuro ed efficiente.

Il cuore del progetto: sicurezza e innovazione

INDOOR mira a rivoluzionare il trasporto di materiale biologico, riducendo i tempi critici per la donazione e aumentando la sicurezza e la tracciabilità del processo. Tra i risultati principali, spicca lo studio dello sviluppo di capsule intelligenti per preservare la temperatura, l’igiene e l’integrità degli organi trasportati.

Droni e vibrazioni: test e soluzioni tecniche

Un aspetto cruciale affrontato è stato l’impatto delle vibrazioni dei droni sul materiale trasportato. Utilizzando avanzate simulazioni con shaker e test reali, il team ha verificato che sangue e campioni biologici non subiscono alterazioni significative durante il volo. Questo è stato reso possibile grazie a capsule appositamente progettate con materiali smorzanti, come schiume poliuretaniche, e l’uso di sensori avanzati per monitorare le condizioni durante il trasporto.

Una nuova frontiera nella logistica sanitaria

I progressi documentati nella relazione di Xia Yu Qi non si limitano alla fase sperimentale: le soluzioni tecniche sviluppate sono infatti pronte per applicazioni pratiche nelle missioni dimostrative previste tra le strutture ospedaliere torinesi. Una prima dimostrazione si è avuta in occasione del volo di test effettuato il 1 ottobre 2024 (leggi l’articolo), quando il drone di Abzero, partner progettuale di INDOOR, ha trasportato dei campioni biologici dal CTO alle Molinette. L’integrazione con droni di ultima generazione e il rispetto delle normative europee pongono le basi per una trasformazione radicale della logistica sanitaria, non solo in Italia ma anche a livello internazionale.

Grazie all’impegno di tutti i partner coinvolti ed al sostegno del Centro Nazionale Trapianti, INDOOR dimostra come la tecnologia possa essere una risorsa fondamentale per salvare vite, ottimizzando i tempi e le risorse nel sistema dei trapianti.

 

SOSTIENI ORA INDOOR

Questo primo volo è solo l’inizio. Con il supporto di partner istituzionali e tecnici, siamo sulla strada giusta per rendere il trasporto di organi più veloce, sicuro ed efficiente. Ma per continuare a fare progressi, abbiamo bisogno del tuo aiuto.
Puoi sostenere la ricerca con una donazione: il tuo contributo aiuterà a fare ulteriori progressi.
Dona ora per far parte di questa importante innovazione.

 

DONA ORA online o fai un bonifico intestato a Fondazione D.O.T. Donazione Organi Trapianti Onlus

  • conto corrente bancario presso Intesa Sanpaolo Spa  IBAN:  IT78N0306909606100000153521
  • conto corrente bancario presso Unicredit Spa IBAN:  IT31U0200801107000105582389
Nuova prospettiva sul primo trapianto di blocco cuore-fegato in Italia: intervista al Prof. Renato Romagnoli

Nuova prospettiva sul primo trapianto di blocco cuore-fegato in Italia: intervista al Prof. Renato Romagnoli.

L’ospedale Molinette di Torino è stato teatro di un evento storico lo scorso settembre: il primo trapianto combinato di cuore e fegato in blocco mai eseguito in Italia. Dopo aver ascoltato il punto di vista del cardiochirurgo, Prof. Boffini, questa volta abbiamo intervistato il Prof. Renato Romagnoli, Direttore del Centro Trapianto di Fegato, che ci ha raccontato l’importanza della collaborazione tra equipe e le peculiarità di questo intervento.

Un intervento complesso che richiede sinergia perfetta.

Il successo di questo intervento è stato possibile grazie a una collaborazione impeccabile tra le equipe mediche. Gli organi sono stati prelevati in blocco, mantenendo l’unità della vena cava, e questo ha richiesto una sincronizzazione perfetta tra la fase di prelievo e quella di trapianto.

spiega il Prof. Romagnoli. Durante l’operazione, due squadre hanno lavorato contemporaneamente: una si è occupata del torace per il cuore, l’altra dell’addome per il fegato.

Lo spazio operativo era limitato, ma l’intesa tra le equipe è stata determinante per collegare i vasi di entrambi gli organi e assicurare la loro funzionalità simultanea.

aggiunge il professore.

L’importanza del trapianto in blocco

La scelta di trapiantare cuore e fegato insieme ha avuto una valenza sia tecnica che immunologica.

Dal punto di vista tecnico, il trapianto simultaneo era necessario per le particolari condizioni anatomiche e cliniche della paziente.

spiega il Prof. Romagnoli. Inoltre, esperienze internazionali, come quelle condotte a Stanford, indicano che l’impianto combinato riduce il rischio di rigetto del cuore, grazie alla protezione immunologica offerta dal fegato dello stesso donatore.

Un passo avanti per la medicina dei trapianti

Questo intervento rappresenta non solo un traguardo tecnico, ma anche un contributo al progresso scientifico:

Abbiamo unito esigenze tecniche ad evidenze scientifiche internazionali, dimostrando come l’eccellenza italiana possa integrarsi nel panorama globale della medicina dei trapianti

conclude il Prof. Romagnoli.

Con interventi come questo, l’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino conferma il suo ruolo di avanguardia nel campo della chirurgia trapiantologica, offrendo nuove speranze a pazienti con condizioni mediche estremamente critiche.

 

Un trapianto complesso e unico per salvare una bambina di sette mesi: intervista al Prof. Renato Romagnoli

Un trapianto complesso e unico per salvare una bambina di sette mesi: intervista al Prof. Renato Romagnoli.

Nelle scorse settimane, presso l’Ospedale Molinette di Torino, un intervento eccezionale ha dato una nuova speranza a una bambina di appena sette mesi, gravemente malata e con poche settimane di vita. Il Prof. Renato Romagnoli, Direttore del Centro Trapianto di Fegato delle Molinette, di cui è inoltre Direttore del Dipartimento Trapianti, ha eseguito il trapianto di una parte di fegato pediatrico con autotrapianto di vena porta; ci ha raccontato le sfide di questa operazione e i successi ottenuti grazie a una tecnica innovativa.

Quali sono state le maggiori difficoltà dell’intervento?

Il Prof. Romagnoli descrive la complessità dell’intervento, reso ancora più impegnativo dalla condizione della piccola paziente:

La bambina pesava sei chili. A causa di un grave scompenso epatico, si era accumulato nell’addome quasi un litro di liquido. Il suo peso reale era quindi di appena cinque chili e le sue condizioni cliniche erano molto gravi, con livelli di bilirubina estremamente elevati e altri indicatori critici. In queste condizioni, le prospettive di sopravvivenza erano limitate a poche settimane o giorni.

Fortunatamente, si è reso disponibile l’organo di un donatore pediatrico, il cui fegato è stato utilizzato sia per la bambina sia per un altro paziente giovane ricoverato presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Un aspetto peculiare di questo intervento è stata la necessità di ricostruire la vena porta della bambina, che non era più funzionale. Per ottenere il miglior risultato possibile, si è deciso di utilizzare un segmento della  vena giugulare della bambina come rimpiazzo,  scelta che ha richiesto grande precisione e che ha consentito di garantire un flusso sanguigno adeguato al fegato trapiantato.

Come sta ora la bambina?

A distanza di qualche settimana, la piccola è già a casa e sta recuperando in modo sorprendente.

La bambina è stata dimessa con valori di bilirubina normalizzati, un segno di ripresa della funzionalità del fegato eccezionale

ci ha riferito il Prof. Romagnoli, che sottolinea come questo intervento abbia realmente dimostrato il valore del trapianto di fegato come organo salvavita, anche in condizioni così critiche.

La tecnica adottata: una soluzione salvavita con autotrapianto

Il Prof. Romagnoli ha operato su pazienti molto piccoli in passato, ma in questo caso, la sfida maggiore è stata trovare un organo compatibile e adeguato alle dimensioni del corpo della bambina.

La necessità di disporre di un fegato che potesse entrare nell’addome di una paziente così piccola, senza comprimerne gli organi, è stata cruciale. L’organo disponibile si è rivelato perfetto sia in termini di dimensioni sia di funzionalità, un vero intervento al momento giusto.

Il trapianto come ponte tra famiglie: dalla tragedia alla speranza

Il dono di un organo nasce sempre da una tragedia familiare, ma consente a una nuova vita di fiorire in un’altra famiglia. È un ponte di speranza tra chi dona e chi riceve, un legame prezioso che ha dato a questa bambina una possibilità di vita.

ha concluso il Prof. Romagnoli, ricordando l’importanza del supporto alla donazione di organi.

Questo intervento segna un ulteriore passo avanti per la chirurgia nel trapianto di fegato pediatrico in Italia e rappresenta un simbolo di come la collaborazione e l’innovazione in medicina possano superare sfide apparentemente insormontabili.

 

I numeri del Centro Regionale Trapianti di Piemonte e Valle d’Aosta al terzo trimestre 2024

I numeri del Centro Regionale Trapianti di Piemonte e Valle d’Aosta al terzo trimestre 2024

I dati al terzo trimestre del 2024pubblicati dal Centro Regionale Trapianti del Piemonte e Valle d’Aosta mostrano un volume di attività significativo sul fronte delle donazioni e dei trapianti di organi. Di seguito, un aggiornamento sui principali indicatori di attività.

DONATORI E TRAPIANTI DI ORGANI

Nel periodo considerato, sono stati segnalati 208 potenziali donatori, con una percentuale di donatori effettivi pari a 36,2 P.M.P. (per milione di popolazione). Di questi, 119 donatori sono stati utilizzati, con un tasso di opposizione al prelievo del 31,3%.

 

dati nazionali sett 2024 donatori sett 24

DATI SUI TRAPIANTI

  • Rene: 188 trapianti
  • Fegato: 125 trapianti
  • Cuore: 26 trapianti
  • Polmone: 16 trapianti

dati cuore polmone sett 24 trapianti rene fegato sett 24

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi interventi includono sia trapianti combinati che donazioni da vivente, a testimonianza del costante impegno e delle risorse dedicate al miglioramento della salute pubblica attraverso l’attività trapiantologica.

TRAPIANTI DI TESSUTI

Il Centro ha anche registrato un’attività significativa per quanto riguarda i trapianti di tessuti:

  • Cornee: 1695 prelevate e 481 trapiantate.
  • Cute: 10 prelievi eseguiti, per un totale di 5.048 cm² di cute prelevata e 31.454 cm² innestata in 53 trapianti.
  • Tessuto muscolo-scheletrico: 12 prelievi da donatori viventi e 12 da donatori deceduti, per un totale di 242 trapianti eseguiti.
  • Trapianti di valvole e vasi: sono stati eseguiti 41 prelievi di valvole e un trapianto di segmenti vascolari, con un totale di 24 trapianti di valvole effettuati.
  • Membrane amniotiche: sono stati eseguiti 22 prelievi e 111 innesti di membrane, contribuendo all’ampio spettro di interventi trapiantologici per il miglioramento della salute e del benessere dei pazienti.

tessuti SETT 24 cute e membrane amniotiche sett 24 vasi e valvole sett 24

 

 

 

 

 

 

 

 

LISTA D’ATTESA

Al 30 settembre 2024, i numeri dei pazienti  in lista di attesa attiva sono:

  • Rene: 225 pazienti
  • Cuore: 66 pazienti
  • Fegato: 53 pazienti
  • Polmone: 40 pazienti
  • Pancreas: 3 pazienti
  • Cornea: 272 pazienti

lista attesa sett 24 lista attesa attiva sett 24

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi numeri sottolineano l’importanza continua delle donazioni, poiché molti pazienti rimangono in attesa di un intervento che potrebbe migliorare o salvare la loro vita.

CONCLUSIONE

L’impegno del Centro Regionale Trapianti del Piemonte e Valle d’Aosta continua a contribuire in modo significativo alla rete nazionale dei trapianti. Grazie ai progressi nelle tecniche trapiantologiche e al supporto di personale sanitario altamente qualificato, il CRT e la rete di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule offrono ai pazienti una speranza concreta di miglioramento della qualità della vita.

 

Desideri tutti i dati dettagliati? Qui puoi scaricare il report originale https://www.trapiantipiemonte.it/documenti/

Primo trapianto combinato di cuore e fegato in Italia: un intervento storico che salva la vita di una giovane donna

Primo trapianto combinato di cuore e fegato in Italia: un intervento storico che salva la vita di una giovane donna.

Presso l’Ospedale Molinette di Torino, è stato eseguito con successo il primo trapianto combinato di cuore e fegato in Italia. Un intervento estremamente complesso, mai eseguito prima nel nostro Paese, che ha permesso di salvare la vita di una giovane donna affetta da una grave cardiopatia congenita e una conseguente malattia epatica. Questo straordinario traguardo segna un nuovo capitolo nella storia della medicina e dei trapianti italiani, reso possibile grazie alla collaborazione delle équipe dei cardiochirurghi e dei chirurghi epatici dell’ospedale torinese, un centro di eccellenza nel campo dei trapianti.

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare il professor Massimo Boffini, cardiochirurgo che ha partecipato all’intervento. Di seguito le domande e le risposte che ci aiutano a comprendere meglio questa procedura pionieristica e le sue implicazioni.

Trapianto di cuore e fegato combinato, cosa significa?

“Per la prima volta in Italia, i due organi sono stati prelevati, trasportati e trapiantati mantenendoli collegati. Le due équipe specializzate nel trapianto di cuore e di fegato hanno dovuto operare simultaneamente. Questo ha permesso, alla fine del trapianto, che i due organi venissero irrorati contemporaneamente, risparmiando tempo prezioso.”

Cuore e fegato sono due organi vitali. Accade spesso che un paziente necessiti di entrambi i trapianti? O, comunque, di due trapianti di organi diversi?

“Accade più spesso di quanto si possa pensare. A volte è il risultato di due malattie distinte che attaccano organi diversi; altre volte, come in questo caso, una patologia o le sue terapie gravano così pesantemente su un organo che, col tempo, questo deteriora anche un altro. La paziente soffriva di una grave cardiopatia congenita che ha richiesto interventi e terapie nel corso degli anni. Il fegato, con il tempo, ne ha risentito fino a richiedere un trapianto.”

Quindi, le cure cui la paziente si era sottoposta, hanno aiutato il cuore, ma danneggiato il fegato fino a richiedere un suo trapianto a breve?

“Esattamente. Ad oggi, il cuore era l’urgenza primaria, ma il fegato sarebbe stato necessario in breve tempo. La compatibilità con un donatore ha reso possibile il trapianto combinato.”

Ci sono stati casi in passato in cui un paziente ha ricevuto sia un cuore che un fegato, ma non tramite trapianto combinato. È corretto?

“Sì, solitamente si eseguono i trapianti in due fasi, iniziando con l’organo più urgente, spesso il cuore. Tuttavia, organizzare simultaneamente due équipe chirurgiche – una per il cuore ed una per il fegato – in una sola sala operatoria sia nell’ospedale di prelievo che in quello di trapianto è una sfida logistica complessa, che solo strutture di eccellenza come le Molinette possono gestire.”

Come sta oggi la paziente?

“Sta molto bene. Abbiamo potuto trasferirla dal nostro ospedale al Centro di riabilitazione nei tempi previsti dal protocollo. Stimiamo che, entro un mese, potrà tornare a casa per riprendere gradualmente la sua normale vita.”

E, come descriverebbe la vita di un cardiochirurgo dedicato ai trapianti?

“È una vita complessa, fatta di decisioni difficili e senza orari, ma nulla può essere paragonato alla soddisfazione di salvare una vita. Tuttavia, ogni intervento dipende dal gesto altruistico di un donatore. Noi chirurghi diamo il massimo, ma abbiamo bisogno che le persone facciano la scelta consapevole di diventare donatori di organi, affinché storie come quella di questa giovane donna possano ripetersi.”

Questo intervento pionieristico non solo rappresenta un traguardo per la medicina in Italia, ma sottolinea anche l’importanza cruciale delle donazioni di organi, un gesto che può salvare e migliorare vite. Grazie all’impegno delle équipe chirurgiche e alla generosità di un donatore, la giovane paziente potrà presto tornare a vivere una vita normale.

 

Guarda l’intervista

 

 

PROGETTO INDOOR – USING DRONES FOR ORGAN TRANSPORTATION A TORINO VOLA IL DRONE PER IL TRASPORTO DI ORGANI E MATERIALE BIOLOGICO AL VIA LA SPERIMENTAZIONE, CON TRAGITTO DAL CTO ALLE MOLINETTE IL PROGETTO È PROMOSSO DA FONDAZIONE DOT – DONAZIONE ORGANI E TRAPIANTI E REALIZZATO CON IL PIC4SER DEL POLITECNICO DI TORINO E ABZERO

A Torino vola il drone per il trasporto di organi e materiale biologico

progetto INDOOR – usINg Drones fOr Organ tRansportation

A TORINO VOLA IL DRONE PER IL TRASPORTO DI ORGANI E MATERIALE BIOLOGICO
AL VIA LA SPERIMENTAZIONE, CON TRAGITTO DAL CTO ALLE MOLINETTE

Il progetto è promosso da Fondazione DOT – Donazione Organi e Trapianti
e realizzato con il PIC4SeR del Politecnico di Torino e ABzero

 

Torino, 1 ottobre 2024 – Il primo ottobre il cielo di Torino ha ospitato il primo volo sperimentale per il trasporto di organi e di materiale biologico con drone. Il drone ha compiuto un tragitto fra la piattaforma dell’elisuperficie del CTO (Centro Traumatologico Ortopedico) e la Palazzina di Genetica delle Molinette. Una distanza di 500 metri in linea d’aria, tra due presidi ospedalieri dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, coperta sorvolando in modalità di navigazione automatica un tratto urbano della città di Torino e un tratto del fiume Po. Il drone ha trasportato campioni biologici all’interno di una capsula appositamente progettata.

L’avvio della sperimentazione sul campo è un momento importante per il progetto INDOOR – usINg Drones fOr Organ tRansportation promosso da Fondazione DOT Onlus- Donazione Organi e Trapianti in collaborazione con partner istituzionali e tecnici: il Centro Regionale Trapianti di Piemonte e Valle d’Aosta, il PIC4SeR del Politecnico di Torino (PoliTo Interdepartmental Center for Service Robotics), l’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, l’Università degli Studi di Torino, la Città di Torino, il Centro Nazionale Trapianti, l’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), Mavtech (società di sviluppo di prodotti innovativi per la sorveglianza aerea e per il supporto operativo rivolto ad applicazioni civili), ABzero (startup che ha progettato e brevettato un contenitore sensorizzato per il trasporto di materiale biologico e di organi tramite drone).

“L’utilizzo di droni nel trasporto di organi e materiale biologico è un passo avanti significativo per la tecnologia e la scienza medica, ma soprattutto per tutti coloro che sono in attesa di trapianto – afferma Mauro Rinaldi, Presidente della Fondazione DOT e Direttore Centro Trapianti di Cuore e Polmone delle Molinette –. Ridurre in maniera significativa tempi e rischi per il trasporto di organi è uno degli obiettivi che abbiamo tutti noi che operiamo in questo campo. E passare dai trasferimenti su strada, condizionati dai rallentamenti e dagli inconvenienti dovuti al traffico, a quelli con drone, decisamente più efficienti per velocità e sicurezza, va nella direzione di tale obiettivo e dell’interesse dei pazienti. Siamo orgogliosi di promuovere questo progetto e ringraziamo tutti i partner che insieme a Fondazione DOT vi stanno lavorando fin dall’inizio, perché dalla sperimentazione si passi presto all’impiego reale. Il volo non poteva che realizzarsi presso Città della Salute, ospedale che si colloca al vertice in Italia per l’attività di trapianto. Sappiamo che molteplici innovazioni importanti per la medicina sono scaturite grazie ai trapianti. Per questo, insieme a Giovanni La Valle, Direttore Generale dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, siamo orgogliosi che il nostro ospedale sia impegnato nella ricerca e sviluppo in questo settore”.

Il volo realizzato il primo di ottobre apre la sperimentazione sul campo sia del drone sia della capsula che conterrà il materiale biologico. Altri voli sperimentali saranno realizzati per mettere a punto la tecnologia definitiva che sarà poi utilizzata per i trasferimenti reali di organi e materiale biologico.

La Città di Torino e la Drone Unit della Polizia Municipale hanno avuto un ruolo fondamentale per la realizzazione del volo supportando e facilitando le procedure di autorizzazione e garantendo la piena sicurezza della sperimentazione attraverso l’impiego di 24 unità delle forze dell’ordine. Inoltre, l’iniziativa Torino City Lab e la Casa delle Tecnologie Emergenti di Torino hanno contribuito e contribuiranno in maniera significativa alla realizzazione e divulgazione dei risultati tecnici del progetto INDOOR.

Fra i partner del progetto, la start up ABzero, incubata preso il Polo Tecnologico di Navacchio, spin off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, si è occupata di guidare l’iter autorizzativo per poter effettuare le operazioni di volo secondo la procedura richiesta da ENAC.

Inoltre, l’azienda ha offerto il suo sistema multimodale brevettato, composto di drone multicottero elettrico, capsula intelligente e software integrati, per la consegna di sangue, emocomponenti, organi, medicinali e vaccini, che abilita il personale medico all’utilizzo di droni in maniera semplice e immediata, nel rispetto delle normative vigenti, garantendo la qualità del bene trasportato e il controllo costante della consegna automatica in totale sicurezza.

Il punto centrale dell’innovazione di ABzero è la Smart Capsule®, un contenitore medicale dotato di intelligenza artificiale e provvisto di speciali sensori per il mantenimento della temperatura, del pH, dell’umidità e dell’emolisi del sangue. La capsula è in grado di trasportare in totale sicurezza materiali biomedicali urgenti quali emocomponenti, farmaci e in futuro organi.

Attraverso un’applicazione mobile dedicata è possibile attivare un volo completamente autonomo, ovvero far viaggiare il drone a una distanza che non consente al pilota remoto di rimanere in contatto visivo diretto e costante con il velivolo ma gli permette di supervisionare le operazioni da remoto, mentre l’Intelligenza Artificiale di bordo monitora e gestisce automaticamente le condizioni ambientali, l’integrità dei beni salvavita e la sicurezza delle operazioni di volo.

L’uso di droni al servizio della medicina è un’innovazione che porterà vantaggio a tutto il sistema sanitario pubblico.

I costi che si sostengono attualmente per il trasporto su strada o tramite elicottero, non solo di organi ma anche di farmaci e altri presidi spesso vitali, saranno ridimensionati in maniera significativa grazie all’impiego dei droni, con un consistente risparmio complessivo su tutta la filiera.

Non solo: la sperimentazione avviata a Torino col primo volo sperimentale del progetto INDOOR apre la strada ai voli con droni in ambiente urbano, con molte possibili ricadute utili per il trasporto di beni per utilità pubblica, non solo di tipo medico, in aree densamente popolate.

 

SOSTIENI ORA INDOOR

Questo primo volo è solo l’inizio. Con il supporto di partner istituzionali e tecnici, siamo sulla strada giusta per rendere il trasporto di organi più veloce, sicuro ed efficiente. Ma per continuare a fare progressi, abbiamo bisogno del tuo aiuto.
Puoi sostenere la ricerca con una donazione: il tuo contributo aiuterà a fare ulteriori progressi.
Dona ora per far parte di questa importante innovazione.

 

DONA ORA online o fai un bonifico intestato a Fondazione D.O.T. Donazione Organi Trapianti Onlus

  • conto corrente bancario presso Intesa Sanpaolo Spa  IBAN:  IT78N0306909606100000153521
  • conto corrente bancario presso Unicredit Spa IBAN:  IT31U0200801107000105582389

 

Scarica il comunicato stampa