Buone notizie per il trapianto di polmone
Gli ultimi dati diffusi dal recente rapporto di qualità del Centro nazionale Trapianti (CNT), riferito all’attività in Italia nel periodo 2002-2019, attestano che il tasso di sopravvivenza a un anno per il trapianto al polmone è di oltre il 71% e a 5 anni quasi del 50%. Il rapporto fornisce una panoramica sull’attività di ogni singola struttura ospedaliera dotata di un centro trapianti di polmone (in Italia ci sono 12 centri specializzati/autorizzati) e dell’intero percorso assistenziale dei pazienti: dall’iscrizione in lista d’attesa alla probabilità di essere trapiantato fino ai risultati dell’intervento. Dal 2002 al 2019 sono stati eseguito, solo per il polmone 2.021 trapianti. «La valutazione degli esiti – ha spiegato Massimo Cardillo, direttore del CNT – è uno dei compiti più importanti del CNT perché consente alla Rete trapiantologica di analizzare nel dettaglio l’attività clinica e assistenziale, di identificare le criticità e di intervenire prontamente per risolverle». Conoscere il numero delle attività dei singoli centri è solo uno dei tasselli che consentono oggi l’efficacia del sistema donazione-trapianti, molto sta apportando la ricerca come, ad esempio, avere scoperto che alcuni geni possono condizionare il rigetto: «Un nostro recente studio – aggiunge il Professor Antonio Amoroso, direttore del Servizio di Immunogenetica e Biologia dei Trapianti della Città della Salute, Coordinatore del Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte, e rappresentante di Fondazione D.O.T. (Donazione Organi e Trapianti) – che ha preso in esame 2.700 coppie donatore-ricevente, nello specifico per il trapianto di rene, ha evidenziato che il gene LIMS1 contribuisce a compromettere l’esito del trapianto. Poiché la proteina LIMS1 è espressa anche in altri organi, come cuore e polmoni, ci auspichiamo di poter applicare questa scoperta anche nell’abbinamento di persone compatibili al trapianto per altri organi e di conseguenza migliorare l’esito dei trapianti stessi».