Buone notizie per la genitorialità
Anche in caso di trapianto di organi il desiderio di maternità non deve essere abbandonato. Anzi, uno studio americano della David Geffen School of Medicine dell’UCLA, pubblicato su una importante rivista internazionale (Jama Network Open), dimostra che le donne in gravidanza con una storia di trapianto di rene o di fegato possono avere il loro bambino con parto naturale senza alcun rischio per sé stesse, il nascituro o compromettere l’esito del trapianto.
Di contro si correrebbero più pericoli programmando un taglio cesareo, pratica invece in aumento tra le donne che hanno subito un trapianto di organi. Si tratta di uno studio i cui dati sono da ritenersi affidabili in quanto condotto su ampi numeri: oltre 1.800 donne incinte di età compresa tra 18 e 48 anni, di cui 1.435 già sottoposte a trapianto di rene e 430 di fegato.
Il 73% delle gravidanze si è concluso con un parto vaginale. «Lo studio – commenta il professor Antonio Amoroso, Responsabile del Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte – attesterebbe che mamme che hanno partorito con parto naturale e bebè stanno meglio di donne sottoposte a cesareo, dove i bambini sarebbero maggiormente esposti ad alcuni rischi, quali ad esempio problemi respiratori a breve e lungo termine, con necessità in alcuni casi di ventilazione meccanica. In buona sostanza, una volta valutate insieme ai medici di riferimento che esistano tutte le condizioni per poter effettuare un parto naturale, questo è più sicuro del cesareo e può essere consigliato e affrontato da giovani mamme trapiantate con sicurezza».