SI DONA (ANCHE) SOLO PER PURO AMORE
Donare e donarsi salva la vita. Lo testimoniano due recenti storie di bambini che hanno ricevuto l’una un trapianto di fegato, l’altro un trapianto di cuore, rispettivamente all’Ospedale Molinette e all’Ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino, confermando la vocazione del capoluogo piemontese in ambito donazione-trapianti.
Anna (un nome di fantasia) ha soli 3 anni e mezzo e dalla nascita soffre di una rara malattia al fegato (atresia delle vie biliari), che porta a un ittero irreversibile, danneggiando oltre alle vie biliari anche l’organo stesso. La piccola è forte, lotta, subisce un intervento che non risolve la situazione tanto che il suo fegato è ormai avviato alla cirrosi epatica, condizione aggravata da una serie di infezioni. Serve un trapianto, ma disponibilità immediata di un nuovo fegato di dimensioni e caratteristiche idonee a lei non c’è. La mamma, di 43 anni, medico specialista, non ha dubbi: solo lei può rappresentare la salvezza per la sua bambina e le dona parte del suo fegato. Una donazione e 12 ore di intervento tra prelievo trapianto, eseguito dal professor Renato Romagnoli (direttore del Centro Trapianto di fegato delle Molinette) e dalla sua équipe, in collaborazione con il dottor Fabrizio Gennari (direttore della Chirurgia pediatrica del Regina Margherita) e con l’équipe dell’Anestesia e rianimazione 2 delle Molinette, diretta dal dottor Roberto Balagna, hanno cambiato il futuro e la ‘storia’ di vita della piccola Anna. La porzione di fegato trapiantata dalla sua mamma crescerà rapidamente all’interno del suo corpicino, rafforzando ulteriormente il legame che unisce una mamma al proprio figlio e alla forza della vita.
Poi c’è il piccolo Hassam (anche il suo è un nome immaginario), nato in Marocco, che a 7 anni, nell’estate 2019, comincia ad accusare sintomi di insufficienza cardiaca. Nella sua terra di origine non posso fare nulla per lui, così con la mamma raggiunge il papà in Liguria, dove vive e lavora. Gira presso diversi ospedali pediatrici italiani, fino a giungere in elicottero al Regina Margherita dove viene ricoverato e resta 525 giorni collegato ad un cuore artificiale. Nel frattempo sotto gli occhi vigili del papà e della mamma, la vita scorre attorno a lui: socializza con medici, infermieri e operatori sanitari, impara ad apprezzare la cucina italiana, inizia a parlare la nostra lingua e nasce anche un fratellino. Fino al giorno del trapianto tanto atteso, reso possibile da un gesto di grande generosità e attuato dall’équipe dei cardiochirurghi pediatrici, diretta dal dottor Carlo Pace Napoleone. Ora il piccolo ha davanti a sé una vita, con un battito nuovo.
Due storie a lieto fine, legate da un valore universale comune: l’amore, in ogni sua forma. Quello dei genitori verso i figli, capace di andare oltre ogni ostacolo, consentendo di raggiungere traguardi che possono sembrare a prima vista inarrivabili. L’altro anonimo, disinteressato e solidale, così grande da ridare la vita. Anna e Hassam porteranno per sempre con sé la testimonianza di questo amore.